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Personaggi: APH Danimarca, APH Norvegia, APH America. Menzionati APH Romania, APH Inghilterra
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Tags: Nationverse, Nordic Mythology

 

E dire che Norvegia aveva anche avvisato per tempo gli ospiti  su come diventasse Danimarca quando si parlava della sua mitologia. Tralasciando che non era solo sua, ma condivisa tra tutti i cinque Nordici. Quelli, però, erano dettagli.
 
Non sarebbero dovuti esserci rischi. In fondo, chi era il folle che si mette a discutere di saghe norrene in una semplice cena tra amici?
Apparentemente America.
 In realtà, la cena in teoria sarebbe stata organizzata solo per il trio del club dell'occulto, club in cui né Danimarca né America facevano parte, ma una cosa tirava l'altra e ciascuno aveva finito col portare un ospite. 
Norvegia strinse la presa sulla forchettina da dolce, ponderando pugnalare il collo di quale nazione gli avrebbe dato più soddisfazione.
 
Magari America. Anzi, decisamente Ameruca, che ora fissava Danimarca con tanto di occhi - e poco ci mancava che cominciassero a brillare come nel peggiore dei cliché - dopo aver passato l'ultima mezz'ora a blaterare su Endgame, nella fattispecie la scena dove Capitan America solleva il martello di Thor.
 
Perché Danimarca non poteva stare zitto quando qualcuno nominava Odino o Loki o Thor o, peggio ancora -
 
"Mjnolnir!" America saltò su e giù dalla sedia, sbattendo le mani sul tavolo, rovesciando nell'operazione due bicchieri e la brocca dell'acqua. "Cioè, esiste davvero?"
 
Danimarca lo eguagliava in entusiasmo, solo che lui si dondolava sulla sedia, tenendola in pericoloso equilibrio e Norvegia giurò a se stesso che, se l'altra nazione fosse caduta e sbattuto la testa come già capitato in passato, questa volta non lo avrebbe accompagnato all'ospedale. No. Lo avrebbe lasciato lì col trauma cranico che si meritava. 
Inutile però lanciargli occhiatacce di avvertimento, ormai il danese completamente preso dalla discussione. 
"Certo che esiste!" esclamò, battendo le mani tanto forte che Romania, seduto alla sua sinistra, si portò una mano all'orecchio con una smorfia di fastidio. 
Norvegia grugnì il proprio disappunto. Ecco fatto, un'informazione da sicurezza nazionale rivelata come se nulla fosse. Spostò lo sguardò da Danimarca a Romania fino all'altro capo del tavolo dove Inghilterra cercava anche lui senza successo di mettere a tacere il proprio ospite. 
Una parte di Norvegia l'avrebbe volentieri trascinato via per discutere di incantesimi di memoria da fare sui presenti e risolvere la situazione. L'altra temeva cosa sarebbe successo a lasciare un Danimarca ormai partito per la tangente a descrivere le meraviglie di Mjolnir insieme a un America che poteva solo gettare legna sul fuoco.
 
"E dov'è!" stava infatti chiedendo quest'ultimo, pendendo dalle labbra di Danimarca. "Lo posso vedere? Per favore! Per favore!" pregava, inginocchiato sulla sedia con tanto di mani stereotipicamente intrecciate. Danimarca fece per rispondere, e a Norvegia non piacque affatto il sorriso di entusiasmo che anticipava il suo verdetto. 
"No!" lo interruppe, la voce di un paio di toni più alta del suo solito. Un conto era affermare che, forse, un martello magico esisteva. In fondo ciascuna nazione aveva la sua magia, anche chi l'aveva da tempo dimenticata, e tutte le leggende affondavano le loro radici in fatti reali, solo molto romanzati. Lui stesso aveva brandito per un certo periodo la lancia di Odino, prima di decidere che fosse troppo pericoloso e scegliere di gettarla in fondo agli abissi dove si sperava nessuno l'avrebbe più trovata fino al Ragnarok. 
Tutt'altra faccenda era invece rivelare l'ubicazione di suddetti oggetti magici e dal potere in confronto al quale la più distruttiva delle armi moderne create dall'uomo impallidiva. Pertanto.
"No, non lo puoi vedere" ripetè Norvegia. "Non lo puoi toccare. Non lo puoi vedere. Non puoi sapere dove si trova" elencò ed era difficile capire chi tra America e Danimarca fosse più l'obiettivo dei suoi rimproveri. Così come era difficile scegliere chi fra i due fosse il più deluso. Due potenze mondiali che ora facevano il broncio come bambini capricciosi davanti alla mamma che si è appena rifiutata di comprare loro l'ennesimo giocattolo.
 
"Ma!" America fu il primo a protestare. "Non è giusto."
"Eddai, Nor, che male può fare? Hj-" gli fece eco Danimarca, l'ultima parte soffocata dalla mano di Norvegia contro la bocca prima che facesse più danni. 
"Tanto me lo scriverà comunque." America seppellì la faccia nel proprio bicchiere di coca-cola, mentre Norvegia decideva che quella era l'ultima volta che invitava ospiti durante le serate dell'occulto. Decenni senza che nessuno sentisse il bisogno di parlare di antiche leggende e ora usciva un film e per tutti di colpo diventava la nuova moda. Nemmeno quando erano usciti i primi fumetti di Thor Danimarca aveva sentito il bisogno di spiattellare ai quattro venti le proprie relazioni con le antichi divinità. Poco ci mancava che si mettesse a raccontare dei mesi della sua gioventù quando i giganti marciavano per le sue lande e gli dei lo facevano sedere alla loro tavola. 
 
Di fatto America aveva ragione. Danimarca avrebbe finito con lo spiattellare il segreto, in un modo o nell'altro. Lo afferrò per un braccio, tirandolo via dalla sedia e fuori dalla stanza. 
 
"Cosa ti è saltato in mente?" sibilò non appena furono lontano da orecchie indiscrete. "Non potevi ripetere la solita storia su come quel tuo martello magico è stato forgiato?"
"Mjolnir non è un martello magico!" protestò Danimarca, con una smorfia offesa. Infatti, non lo era. Era peggio. "Comunque rilassati Nor, so quello che faccio."
"E come?" 
"Sei tu quello con la magia, no? Glielo facciamo vedere e poi tu fai uno dei tuoi trucchi per impedirgli di rivelarlo ad altri. Facile."
 
C'erano così tante cose sbagliate in quanto appena detto che Norvegia non avrebbe saputo da dove cominciare. Su una cosa Danimarca però aveva ragione, avrebbero dovuto usare la magia se volevano salvare il salvabile.
Anche se avrebbe comportato spostare la sede di Mjolnir dopo secoli. 
"D'accordo. Lo può vedere. A distanza di sicurezza. Solo una volta. In mia e tua presenza."
Nel rientrare a cena, Norvegia si ripromise che si sarebbe assicurato che un simile incidente non si ripetesse.
 
 
 
 
Nelle gelide lande del nord della Norvegia esiste un caveau iperprotetto che racchiude il patrimonio mondiale dei semi, un tesoro biologico inestimabile. Qualcuno dice che ci siano addirittura gli orsi polari a farci la guardia.
 
Un parco giochi per bambini in confronto al sistema che negli ultimi anni Norvegia e Danimarca avevano pensato per proteggere Mjolnir. Non avevano mai informato gli altri Nordici, per il vecchio detto per cui un segreto è qualcosa di condiviso tra due persone quando una delle due è morta. Rune e magia, insieme alle ultimissime tecnologie in fatto di riconoscimento facciale e DNA usato come unica chiave di accesso, se un sistema di sicurezza esisteva, si poteva stare sicuri che Norvegia o Danimarca lo avessero impiegato.
 
Da qualche parte in Groenlandia, in un punto senza alcun segno particolare, dopo chilometri di corridoi a zig-zag nel cuore della Terra, cercando di avanzare nel buio tenendo per mano un America bendato per precauzione extra, Norvegia tracciò col proprio sangue l'ultimo sigillo per aprire l'accesso finale al caveau.
 
Ed eccolo lì, in una teca in confronto alle quali i vetri antiproiettile erano gelatina, Mjolnir, in tutta la sua gloria. La testa di un metallo forgiato nelle stelle e il manico troppo corto per essere impugnato a due mani. 
Avvisando di serrare le palpebre prima rimanere accecato, Norvegia sciolse la benda dagli occhi di America, che non attese mezzo secondo per correre verso la teca e poggiarci le mani come un bambino goloso davanti a un negozio di giocattoli, solo per essere sbalzato all'indietro da una scossa elettrica.
 
"Ugh" si lamentò, guardandosi i palmi bruciati, prima di accettare la mano che Danimarca tendeva verso di lui. "Scusa, ragazzo. Avremmo dovuto avvisare" rise quest'ultimo, aiutandolo a rialzarsi. "Vieni, di qui si vede meglio."
 
E l'ex-Vichingo condusse la più giovane nazione America di nuovo alla teca, indicando senza toccare il vetro i simboli e le rune che decoravano il martello, dalla testa al manico. 
"I film non gli rendono giustizia" sussurrò America, con le lacrime agli occhi. "Davvero non lo posso toccare? Solo una volta?"
 
Questa volta sia Danimarca sia Norvegia scossero la testa, all'unisono. Non era cattiveria. Non era nemmeno proteggere l'autostima di una nazione dal rischio di scoprire di non essere abbastanza degno - soprattutto se suddetta nazione aveva creato attorno a un presunto eroismo la sua intera immagine - ma Mjolnir raccoglieva in sé il potere del tuono e Norvegia aveva visto cosa poteva fare se non in mani sbagliate, almeno in mani maldestre. 
 
"E poi già vederlo è un onore." Danimarca diede una pacca consolatoria sula spalla di America e nella lieve luce del caveau, Norvegia notò che anche lui aveva gli occhi un po' lucidi di nostalgia. 
 
"Vieni" toccò con gentilezza il braccio di America, invitandolo ad allontanarsi per quanto l'altra nazione potesse protestare. "Ma, Danimarca!"
"Danimarca ci raggiungerà tra un momento" tagliò corto Norvegia, rimanendo fermo sulla soglia, mentre più in là, davanti al Mjolnir, Danimarca chinava la testa in segno di rispetto e l'aria diventava carica di ricordi, per i passati anni di gloria e i tempi in cui gli dei camminavano ancora fra gli uomini.
 

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