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Soft diplomacy
Personaggi: APH America; APH Vietnam
Rating: Generale
Prompt: Foto Sudafrica
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l giorno più caldo dell'anno e qualcuno aveva pensato fosse una buona idea usare le due ore di pausa pranzo tra il meeting della mattina e quello del pomeriggio per una breve visita in spiaggia.
Vietnam non sapeva ancora bene come si era fatta convincere. I soliti compromessi per ragioni diplomatiche, senza dubbio. In fondo poteva sopportare due ore al mare con America in cambio della sua firma a caratteri cubitali in calce al documento che si stava portando appresso praticamente da quando era arrivata a Pretoria.
Sotto le fronde di banano che costituivano la tettoia del bar dove aveva trovato rifugio, ritirò il piede dalla striscia di sole che pioveva in diagonale di nuovo nella zona d'ombra.
Poi, non era tanto il caldo il problema. A quello ci era anche abituata. Il secco, d'altra parte, la stava facendo impazzire. Fece un segno al cameriere per ordinare un altro frullato.
Per un po' si era anche concessa di stare sul bagnasciuga, seduta su un asciugamano per non sporcarsi i vestiti, col torcicollo a furia di scuotere la testa finché America non aveva capito che, no, non aveva nessuna voglia di fare una nuotata. Né di noleggiare una tavola da surf. Né di fare una partita veloce di beach-volley a due. Né di partecipare a una qualsiasi delle cento-e-una attività da fare al mare.
"Il suo frullato."
Tamburellando sul tavolino di legno, disegnando ghirigori tra i granelli di sabbia portati dal vento, Vietnam ringraziò con mezzo cenno del capo, socchiudendo gli occhi nel vedere un familiare paio di pantaloncini da mare a stelle e strisce in rapido avvicinamento.
"L'acqua era fantastica!" America le sorrise a trentadue denti, gocciolando sul pavimento del bar dall'ultima nuotata. Poi i suoi occhi parvero venire magnetizzati dal frullato
"Oh, grande!"
Nemmeno il tempo di dire "ehi", l'aveva già afferrato e trangugiato in un unico, lungo, sorso. "Sì, ci voleva proprio" sospirò soddisfatto, pulendosi le labbra col dorso della mano e il dorso della mano sui pantaloncini.
Vietnam fece coincidere tutte i cinque polpastrelli della mano destra con tutti e cinque polpastrelli della mano sinistra, si impose di respirare profondamente come durante una delle lezioni di Tai-Chi di Cina, e pensò al documento che portava in borsa e a cui serviva una firma.
"Inghilterra non ti ha insegnato a dire grazie e per favore?"
Una frecciatina, però, se la poteva concedere. Diede poi una rapida occhiata all'orologio.
"Sarà meglio tornare, a meno che tu non voglia peggiorare oltre la tua situazione".
America sbuffò e fece il broncio nella confezione di patatine che si era fatto portare nel frattempo
"Ma mancano ancora venti minuti. Vuoi?" chiese, sventolando una patatina intrisa nel ketchup sotto il naso di Vietnam, che fece una passo indietro prima che la salsa le gocciolasse sul vestito.
"No, grazie" rifiutò la donna stringendo le labbra in una smorfia. "Io comunque comincio ad andare. Tanto qui non dovresti perderti" concluse, recuperando la borsetta e girando i tacchi, senza dare nemmeno ad America il tempo di replicare, né di accorgersi che gli aveva lasciato da pagare il conto.