(Never) play chess with a god
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Prompt: Mitologia Norrena
Mr Wednesday si fa chiamare questo nuovo dio, questo Odino straniero, il Monocolo con un occhio di vetro a sostituire la più familiare benda nera.
Danimarca fatica a riconoscere. Porta il medesimo nome del Grande Padre degli dei e ha il potere, ma sono solo somiglianze superficiali, niente di più. Potrà ingannare gli uomini, ma Danimarca di uomo ha solo l'aspetto esteriore. E questo Mr Wednesnay è solo una strana copia dell'Odino a cui è abituato, un ibrido assurdo, l'ennesimo prodotto di quel calderone di culture che è sempre stata l'America.
Del resto ormai Danimarca non si sorprenderebbe più se un giorno spuntasse fuori un Loki dai capelli neri e non rossi che affermi di essere il figlio di Odino invece che suo fratellastro e compagno di inganni; fratellastro di Hela e non suo padre.
Sono anni che Danimarca non incrocia il vero Odino. Sempre che ne esista uno vero. Da bambino poteva ancora credere che ci fosse un'Asgard dove gli dei banchettavano; ma quegli dei appartengono a quando era ancora una nazione infante, lungi dal diventare l'implacabile dominatore del Nord.
Capita che passeggiando per le vie di Copenhagen si imbatta in un vecchio vestito di stracci, ma a testa alta, il volto semi-celato da un cappuccio e di credere che, se il vecchio si mostrasse, Danimarca vedrebbe Dresvarpr in tutta la sua antica gloria, il bastone da passeggio mutato nell'infallibile Gungnir.
Ma non è mai abbastanza veloce.
Questo Mr Wednesday si prende tutto il tempo del mondo. È ben sbarbato e indossa abiti eleganti e fa trucchi con le monete mentre comanda il clima a proprio piacimento.
Thor era diverso, negli anni Settanta, di nuovo così simile alla sua controparte di carta e inchiostro da chiedersi se ad essere portato in vita fosse stato il vero dio del tuono, per quanto in una versione locale. Almeno era simpatico, un ottimo compagno con cui condividere qualche boccale di birra, almeno finché non si era ucciso.
E forse a morire era stato il vero Thor, perché nei trent'anni successivi Danimarca non l'ha più incontrato, né la versione che ricorda né un'altra qualsiasi. Sarebbe anche soddisfatto con lo scoprire che centinaia di fan adoranti hanno fuso attore e personaggio per un nuovo Thor che parla e agisce come un certo attore australiano in quei film di cui America va molto fiero.
Ma la gente venera più l'involucro della sostanza e non c'è un Mr Thursday con cui dialogare.
Solo il Signor Mercoledì che gli parla con la lingua di fata mentre muove su una scacchiera le pedine di una partita che Danimarca non è riuscito a rifiutare, perché è una sfida e il suo sangue ribolle di eccitazione al pensiero. Forse Norvegia saprebbe battere Mr Wednesday. No. Norvegia lo saprebbe davvero battere.
Fortuna che le centinaia di partite perse con l'amico abbiano insegnato a Danimarca trucchi sufficienti da non farsi mettere in scacco in una sola mossa. Sacrificare una torre è un piccolo prezzo da pagare se in cambio riesce finalmente a mangiare l'alfiere del falso Odino.
Per quanto non abbiano scommesso nulla esplicitamente - nemmeno Danimarca è così temerario o stupido - rimane la sensazione che Mr Wednesday possa manipolare una frase o una parola a suo vantaggio. Ragione sufficiente per non farsi sconfiggere. Guarda il proprio re nero minacciato a sinistra da uno dei cavalli bianchi, la mente che corre a uno schema simile, nel lontano 1567, la voce annoiata di Norvegia che gli ricorda di considerare tutta la scacchiera e per l'amor del Cielo pensare due mosse avanti.
Le dita si chiudono su uno degli alfieri, un'esitazione minima prima di spostarlo su quel campo di battaglia in miniatura.
"A te."